È il più grande e-commerce al mondo ed è una tra le aziende più ricche: l’utile ricavato da Amazon nel 2020 è stato di circa 21 miliardi di dollari, l’84% in più rispetto all’anno precedente, risultato ottenuto anche grazie alla situazione pandemica globale. Il pensiero comune, soprattutto in Europa, è quello di credere che Amazon sia l’e-commerce di riferimento di ogni persona nel mondo, eppure, è quanto di più distante dalla realtà. I ricavi di Amazon provengono chiaramente dai paesi con cui hanno stipulato accordi commerciali ma esistono altri paesi dove l’e-commerce fa fatica ad espandersi o non esiste.
Le principali regioni dove Amazon opera nel mondo sono l’Europa (anche se non integralmente), tutto il Nord America (in modo predominante), India, Giappone, Cina, Brasile.
L’espansione del colosso americano si è fermata ai confini del centro e sud America: il Brasile, dal 2019, è l’unico dei paesi del sud America dove Amazon è presente con sede fisica, nel resto dei paesi invia solo prodotti dagli USA. Nel Centro e Sud America infatti esistono altri e-commerce ben radicati, ostici per l’espansione di Amazon. Oltre alla presenza già di competitors, le principali cause di assenza del colosso in questi territori (così come avviene anche nel medio oriente, Africa e i restanti paesi asiatici) sono le sfide logistiche che gli stessi paesi presentano. Infatti risulta controproducente realizzare interventi di espansione in determinati paesi ove sia per la geografia sia per la densità di popolazione, Amazon non riuscirebbe a ripagare quanto investito.
Oltre ai paesi dove Amazon non ha ancora iniziato la propria espansione, vi sono altri paesi, ove esistono limitazioni e restrizioni, le quali non permettono l’apertura di sedi e quindi di operarvi.
I principali paesi dove esistono restrizioni sono: Corea del Nord, Iran, Iraq, Sudan, Siria, Cuba, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Israele, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Marocco, Libia, Egitto, Qatar, Turchia.
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Fonti: Wikipedia – Amazon.it