Le azioni Apple hanno raggiunto il valore di 182,88 dollari nella giornata di lunedì, chiudendo le negoziazioni in rialzo del 2,5%. Ciò ha portato la valutazione del colosso di Cupertino a sfondare la cifra record di 3000 miliardi di dollari (per offrire un paragone il prodotto interno lordo italiano è di 1886 miliardi di dollari).
Il prezzo delle azioni Apple è più che triplicato dai minimi di marzo 2020 (periodo di inizio della pandemia), aggiungendo circa 2 trilioni di capitalizzazione. Dall’inizio del 2021 le azioni di Apple hanno registrato uno tra i maggiori guadagni del Dow Jones Industrial Average.
Apple è stata uno dei cinque maggiori contributori al rally del 27% dell’S&P 500 nel 2021 insieme a Microsoft, Nvidia, Alphabet e Tesla che sono state responsabili del 31% della performance dell’indice nel corso dell’anno.
Insomma si tratta di un risultato impensabile fino a pochi mesi fa, ma che a più di qualcuno sta facendo storcere il naso, viste le valutazioni monster di moltissime aziende tech e non solo. Ormai sono ben 6 le aziende che hanno superato il trilione di capitalizzazione, fino a meno di 2 anni fa nessuno faceva parte di questo club esclusivo.
Stiamo parlando di Microsoft, Alphabet (Google), Amazon, Tesla e Saudi Aramco (il colosso petrolifero dell’Arabia Saudita). Ben presto Meta, la società madre di Facebook, si unirà al gruppo.
Ma secondo i critici la crescita vertiginosa del valore di Apple non sarebbe giustificata, perché effettivamente l’azienda non ha portato sul mercato nessuna novità tangibile nell’ultimo anno. Il mercato è molto inflazionato. L’indice Nasdaq scambia oggi a un rapporto prezzo/utili il 23% superiore alla (già molto alta) media degli ultimi 5 anni.
Ma le azioni Apple sono ancora più “costose”, con un rapporto prezzo/utili superiore a 30 (questo per dirla in modo semplice vuol dire che acquistando l’azione si impiegherebbero oltre 30 anni a ripagarne il prezzo attraverso gli utili). Il P/E di Apple è oggi il 42% più elevato rispetto a quello dell’indice Nasdaq. Come si spiega questo premio, che è aumentato in maniera impressionante negli ultimi mesi, nonostante l’azienda non abbia presentato novità tecnologiche significative?
A pesare, però, sono certi risultati operativi e in un mercato che premia in modo estremamente generoso anche aziende che devono ancora dimostrare di generare profitti questa non è una cosa da poco. L’ultimo anno fiscale è stato il migliore di sempre per Apple, con ricavi che sono aumentati del 33% raggiungendo i 365,8 miliardi di dollari e un utile operativo in aumento del 64% a 108,9 miliardi di dollari. Generare crescita di questo tipo è impressionante per un’azienda delle dimensioni di Apple.
I prodotti e i servizi di Apple hanno registrato vendite in crescita su tutta la linea, ma l’iPhone rappresenta ancora più della metà dei ricavi (e questo per molti è un punto di debolezza). Le vendite sono state anche spinte dai sussidi che cercano di favorire la diffusione del 5G. Tutti gli analisti sono concordi nel fatto che le vendite del telefonino della mela rallentano nei prossimi mesi e questo potrebbe pesare sulla crescita relativa del titolo Apple rispetto ad altre aziende tecnologiche che hanno oggi valutazioni più in linea con la media di mercato
Bisogna poi considerare l’effetto “porto sicuro“. Le grandi aziende tecnologiche sono ormai considerate dagli investitori come un investimento in cui parcheggiare la liquidità in momenti incerti. La solidità di Apple in questo senso è comprovata, ma cosa succede quando la liquidità comincerà a diminuire a causa dell’inversione monetaria da parte delle banche centrali?
Insomma, Apple ha dimostrato negli anni la capacità di restare al centro dell’innovazione e potrebbe beneficiare della rivoluzione tecnologica legata ai prodotti indossabili. Ma le valutazioni alte impongono cautela quando si punta su questo titolo, soprattutto considerando le molte opportunità che ancora si trovano in giro sul mercato.