La stagione degli utili, il momento in cui le aziende quotate pubblicano i propri risultati economici, è in corso. Dopo un inizio anno ballerino, gli occhi sono puntati sulle grande aziende tech, con le valutazioni a livelli record tutti si domandano se queste aziende potranno confermare le performance sensazionali a cui ci hanno abituato negli ultimi anni.
La scorsa settimana a fare rumore è stata Meta (Facebook), l’azienda ha polverizzato oltre 230 miliardi di dollari dal suo valore di mercato e ha dominato i titoli dei giornali. Per la prima volta in 18 anni gli utenti che si sono connessi al popolare social network sono calati di mezzo milione (su oltre 1.9 miliardi). Il titolo è crollato del 26%, creando un clima di sfiducia verso la pubblicazione dei risultati economici delle altre aziende tech. La creatura di Mark Zuckerberg ha fatto i conti con la saturazione di mercato e sta pagando la concorrenza di altre piattaforme di mercato come TikTok.
Ma dopo una tempesta di annunci sugli utili del quarto trimestre, l’umore altrove in Big Tech era molto più ottimista. In generale, la domanda di servizi digitali ha retto. E le più grandi aziende tecnologiche, con l’eccezione di Meta, hanno confermato la notevole resilienza che è diventata il loro segno distintivo, continuando a conquistare quote di mercato
La domanda in crescita continua a supportare le aziende digitali. Amazon ha riportato utili ancora in aumento, diffondendo sicurezza su tutto il mercato. Il colosso di Jeff Bezos ha chiuso il 2021 con i botti, quasi raddoppiando i profitti a 14,3 miliardi di dollari e registrando un rialzo del 9% dei ricavi a 137 miliardi, in linea con le previsioni degli analisti. In seguito alla pubblicazione dei risultati, le azioni della società sono aumentate del 15% nel trading after-hour per poi assestarsi a un +13%. La crescita dell’e-commerce ha vacillato con l’allentamento delle restrizioni pandemiche e il mercato del lavoro rigido ha fatto aumentare i costi. Allo stesso tempo, la pubblicità si è trasformata in una nuova attività commerciale redditizia per Amazon e la crescente domanda di cloud computing, che è alla base di tutti i servizi digitali, ha portato un gradito sollievo ai suoi profitti. Amazon ha anche affermato che stava aumentando i prezzi per i clienti del suo servizio Prime, una prova di forza che sicuramente ha infuso sicurezza nel mercato.
Per Microsoft, i ricavi del cloud sono aumentati del 32%, mentre la divisione cloud molto più piccola di Google ha registrato un aumento dei ricavi del 45%, anche se quest’ultimo ha a malapena meritato l’attenzione degli investitori, impressionati da un’impennata nel core business della pubblicità digitale. Apple ha anche resistito alle forti pressioni sulla catena di approvvigionamento facendo registrare solide vendite di iPhone.
Tuttavia, non tutti possono gioire, in particolare alcune delle aziende che hanno beneficiato maggiormente delle restrizioni della pandemia hanno pagato salato. La settimana precedente Netflix era inciampata dopo aver riportato numeri di crescita degli abbonati deludenti, mentre la società di attrezzature per esercizi Peloton, ha già visto le sue azioni diminuire di circa l’85% nell’ultimo anno.
Insomma, con un mercato con valutazioni così ampie le grandi aziende tech non possono permettersi neanche mezzo passo falso e devono rispondere con utili in espansione. Questa dinamica ci accompagnerà per un po’ e sicuramente porterà ancora volatilità e incertezza sul mercato. Che sia arrivato il momento per gli investitori di guardare altrove?