Quali sono i rischi di investire in prodotti non Isin

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Prodotti quotati e derivati. Ecco perchè per un investitore è necessario conoscere le differenze

Meglio investire sui prodotti quotati, Isin, o rischiare negli Otc derivati? Il dubbio amletico colpisce tutti gli investitori prima o poi, ma per fare una scelta è importante capire le differenze e i rischi senza confondere i prodotti non Isin, come spesso fanno i consulenti poco esperti ed informati, per prodotti non regolamentati o addirittura truffa.

Comprendere per decidere come investire

Per iniziare bisogna comprendere la differenza fra i prodotti proposti principalmente da istituti bancari, i prodotti con ISIN e quotati in borsa, contro altri strumenti o prodotti non direttamente scambiati da borse valori e più per retail chiamati Otc. Spesso gli investitori si affidano a dei prodotti che vengono scambiati al di fuori della borsa, ad esempio derivati, come l’opzione di acquisto di un azione. Seppur l’acquisto avviene al di fuori della borsa, l’acquisto di un derivato non è illegale e può essere un modo per diversificare il portafoglio.

Differenza tra prodotti quotati (Isin) e Otc (non-Isin)

I prodotti regolamentati sono tutte quelle classi di strumenti e prodotti finanziari aventi il codice Isin (International security identification number). Questo, è un codice internazionale che identifica univocamente gli strumenti finanziari. In Italia l’emissione di questo codice viene attuato dalla Banca d’Italia, riconosciuta come association of national numbering agencies dall’Iso, cioè l’International Organization for Standardization. Il codice Isin identifica tutti quei prodotti che vengono quotati in borsa: azioni, strumenti di debito, materie prime, valute, indici, ETF, mutual funds e hedge funds.

I prodotti Otc invece sono non-ISIN, cioè si tratta semplicemente di strumenti finanziari che non vengono scambiati in borsa, in quanto non in possesso di alcuni requisiti per essere quotati in borsa, e per questo motivo il loro commercio avviene Over-the-counter. Un esempio di prodotto commercializzato Otc sono le azioni di aziende con una capitalizzazione minore del minimo requisito per la quotazione oppure aziende incapaci di pagare le spese per poter essere quotate in borsa. Altri esempi di prodotti non quotati includono anche i Cfd, i fondi chiusi, le Pamm e alcuni derivati.

Il mercato Otc è un tipo di mercato composto da broker indipendenti dalla borsa i quali ti permettono di fare trading su prodotti derivati. Il termine “non regolamentati”, con cui si definisce il mercato Otc,  non è sinonimo in alcun modo del termine truffa in quanto “[…] per quanto riguarda gli Otc basati in Italia, la Consob può richiedere agli organizzatori, agli emittenti e agli operatori dati, notizie e documenti sugli scambi organizzati di strumenti finanziari” come spiegano gli articoli 78 e 79 del Tuf, il Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, approvato con il decreto legislativo 58/1998.

In  termini di efficienza gli strumenti Otc sono ottimi sia per un tipo di clientela retail sia per quella istituzionale perché uno dei vantaggi di questi prodotti è proprio l’efficienza di costo. Grazie alla leva finanziaria (che se usata correttamente è un’incredibile risorsa) offerta dai broker che vendono questi prodotti, è possibile infatti utilizzare minori capitali per effettuare delle operazioni a mercato la cui size, in termini monetari, sarebbe molto più elevata operando senza la leva.

Cosa scegliere tra Isin e non-Isin?

I prodotti quotati e non quotati quindi risultano essere favorevoli ed accessibili a diverse nicchie di investitori anche se, è importante sottolineare, che entrambi presentano dei pro e dei contro.

Gli Isin sono accessibili sia a investitori individuali sia istituzionali, ed essi sono caratterizzati da un elevato volume di scambi garantendo una maggiore liquidità e da una severa regolamentazione. Dunque sicuramente sono strumenti preferibili per chi ha una minore propensione al rischio e non vuole esporsi al rischio che il contratto non venga rispettato dalla controparte.

Il mercato Otc (quindi non-Isin), risulta invece essere quasi completamente dominato da investitori istituzionali e da pochi investitori privati che, essendo spesso clienti retail, si concentrano prettamente nel settore CFd/Forex. Questo è un tipo di mercato preferito dai clienti istituzionali perché, durante l’esecuzione di un grosso trade (come migliaia di azioni), preferiscono operare appunto over-the-counter per non lasciare “tracce” che possano destabilizzare il mercato.

Per comprendere meglio quale potrebbe essere una scelta razionale tra i due, si può fare un esempio con due prodotti simili: la Pamm (Cfd) e un Hedge Fund (ISIN).

Si può notare come le barriere all’ingresso di un fondo Pamm siano molto basse e come il principale vantaggio sia proprio, come già affermato, l’efficienza di costo e le tempistiche operative.

Clienti retail

Per un cliente retail investire in un prodotto Isin risulta essere più sicuro ed affidabile. La burocrazia ed il costante monitoraggio rendono il rischio della controparte molto ridotto o quasi nullo. Inoltre il cliente essendo in possesso di un capitale limitato, in caso di necessità di denaro può velocemente liquidare i propri investimenti, mentre un investimento non quotato non assicura pronta liquidità.

La limitata disponibilità di capitale rende le opportunità di guadagno dai prodotti Isin per il cliente retail sicuramente inferiori rispetto ad un investimento nel mercato non quotato, ma con un rischio decisamente minore. Un cliente retail alla ricerca di un profitto maggiore, infatti, potrebbe affidarsi al trading Cfd con leva finanziaria. La leva finanziaria permette all’investitore di aprire una posizione con una somma maggiore (leva), facendo così il profitto sarà maggiore, così come la quantità di soldi che si possono perdere.

In Europa a causa dell’aumento dei traders inesperti, vari brokers stanno diminuendo la leva offerta. Ciò rende il mercato Non-Isin ancora meno vantaggioso di quanto non fosse prima per i traders esperti, d’altra parte però, riducendo il rischio di leva finanziaria si riduce anche il rischio di controparte e quindi questo, a lungo termine gioverà la sicurezza del mercato in toto.

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