Terremoto nella Silicon Valley. Sheryl Sandberg si è dimessa dalla carica di direttore operativo di Meta (ex Facebook) dopo 14 anni, un capovolgimento imprevisto che vedrà partire uno dei più stretti luogotenenti di Mark Zuckerberg.
Sandberg, uno dei dirigenti di più alto profilo dell’azienda, lascerà l’attività “in autunno” dopo un periodo di transizione, pur rimanendo nel consiglio di amministrazione di Meta, ha affermato.
In un post sulla sua pagina Facebook, Sandberg – considerata la numero 2 dell’azienda dopo Mark Zuckerberg – non ha spiegato le ragioni che l’hanno spinta a lasciare l’azienda, che ha aiutato a crescere sin da quando era una piccola start-up. Ha detto di “non essere del tutto sicura di cosa porterà il futuro”, ma che desiderava concentrarsi maggiormente sulle sue attività filantropiche.
Javier Olivan, un altro dipendente di lunga data e chief growth officer dell’azienda, assumerà la posizione di direttore operativo. Zuckerberg ha definito la novità la “fine di un’era”, aggiungendo nel suo lungo post su Facebook che Sandberg, 52 anni, ha avuto il merito di “progettare l’attività pubblicitaria, assumere persone fantastiche, forgiare la cultura manageriale e insegnarmi a gestire un’azienda”.
L’inaspettata partenza di Sandberg, una figura polarizzante il cui mandato è stato disseminato di polemiche, arriva in un momento difficile per Facebook. La società ha fronteggiato numerosi scandali e un rallentamento della crescita. Le azioni Meta, che sono scese di quasi il 3% dopo l’annuncio della partenza di Sandberg, sono scese di quasi il 45% nel corso dell’anno.
Sandberg, laureata ad Harvard, è entrata a far parte di Facebook nel 2008. In precedenza ha lavorato per il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Larry Summers e in seguito ha sviluppato l’attività pubblicitaria di Google come vicepresidente delle vendite e delle operazioni online globali. A Facebook ha rappresentato una delle figure più adulte all’interno del gruppo dirigenziale ed è stata cruciale per portare l’azienda a profitto.
Durante il suo incarico, si è distinta come sostenitrice delle donne sul lavoro e delle piccole imprese che usano Facebook per crescere. Ma è stata anche coinvolta nei numerosi scandali sulla privacy e sulla moderazione dei contenuti che hanno scosso l’azienda negli ultimi anni.
A causa del suo ruolo nella costruzione dell’impero pubblicitario di Facebook, i critici l’hanno ritenuta in parte responsabile dello scandalo Cambridge Analytica, nonché delle campagne di disinformazione russe durante le elezioni statunitensi del 2016.
Zuckerberg ha affermato che Olivan assumerà un “ruolo di COO più tradizionale, focalizzato sulle operazioni dell’azienda”.